Componimenti musicali manoscritti e a stampa

 

         L'Archivio di Stato di Reggio conserva un piccolo numero di manoscritti musicali; alcuni di essi si segnalano per antichità e contenuti.

         Tre sono i fondi in cui si trova il materiale più significativo, sia manoscritto che a stampa: l'archivio storico del Comune di Reggio, quello del monastero dei SS. Pietro e Prospero e l'archivio privato Bolognesi.

         Si fa menzione, per completezza, di numerosi frammenti membranacei musicali di argomento liturgico (secc. XIV-XVIII), aderenti a volumi e registri delle Curie della città negli archivi giudiziari.

         Un cenno particolare merita il «frammento Mischiati» (in AC RE, Appendice), con ogni probabilità il più antico documento italiano di musica polifonica, databile intorno alla metà del sec. XIV. La sua scoperta si deve al musicologo da cui ha preso il nome, Oscar Mischiati, che segnalò l'eccezionale ritrovamento nel 1990.

         Il frammento tramanda tre sconosciute cacce a tre voci: Mirando i pesci nella chiara fonte, Nella foresta al cervo cacciatore, Chiama il bel pappagallo, e anche se il manoscritto non permette una agevole lettura dei testi e della notazione, a causa dell'acidità dell'inchiostro e dell'usura del tempo, la fotografia ad altissima risoluzione effettuata dal progetto DIAMM, promosso dalla Royal Holloway University of London e dall'Università di Oxford, ha consentito di ricostruire quasi completamente il contenuto.

         Hanno dettagliatamente illustrato il documento Gozzi Marco - Ziino Agostino: The Mischiati fragment: a new source of italian Trecento music at Reggio Emilia, in: Kontinuität und Transormation dei italianischen vokalmusic zwischen Due-und Quattrocento (Musica mensurabilis, Band 3), pp. 281-314.

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