I tesori dell'Archivio di Stato. Parte I

Archivio di Stato di Reggio Emilia, corso Cairoli n. 6

6 maggio - 30 giugno 2017 - Mostre

Locandina_2017_Museo

Lun.-Ven. 9,30-14,30

   Aperture straordinarie:

   Sabato 6 maggio h. 17,00-20,00

   Domenica 7 maggio h 10,00-13,00

 

  

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Le sale del Museo dell'Archivio di Stato


Sigillo del Comune

Il Museo dell'Archivio di Stato di Reggio Emilia fu costituito come tale fin dai primi anni dell'esistenza dell'Istituto.

Diversi furono i motivi che operarono in tal senso: innanzitutto con l'archivio antico del Cassetta ribaltabileComune di Reggio erano pervenuti anche degli oggetti: sigilli, bossoli, cassette per le votazioni e per conservare i documenti; altri materiali si aggiunsero provenienti dai fondi delle Opere Pie e dei Collegi professionali. A tutto questo si sommarono numerose matrici sigillari degli enti soppressi e degli uffici dello Stato, e su tutti spicca la serie delle matrici notarili, versate dall'Archivio notarile distrettuale nel 1912.

Non mancarono neppure acquisti e donazioni, fra le quali va ricordata quella di Ippolito Malaguzzi Valeri nel 1899, costituita da matrici di sigilli di privati, di uffici militari e di altre istituzioni cessate. 

  Museo_2017:Mess Epif    

Nel corso del tempo i locali del Museo hanno naturalmente seguito le sorti dell'Istituto archivistico, che è stato sottoposto a numerosi riassetti per razionalizzare gli spazi e migliorare la capienza e le condizioni dei depositi.

Forzatamente chiuso e smobilitato per anni, oggi il Museo dell'Archivio di Stato riapre con un nuovo allestimento che, pur tenendo conto degli ambienti limitati, offre tuttavia la possibilità di esporre i materiali più significativi per la storia della città.

Museo_2017:Bossolo dipGli oggetti sono accompagnati da una didascalia e sul catalogo, quando necessario, anche da qualche nota storica.

 Una trattazione a parte meritano i sigilli e le monete e sicuramente in questo ambito la serie più organica è quella delle matrici notarili.

Essa si compone di 258 pezzi appartenenti a notai che rogarono nel periodo 1645-1859; i luoghi di residenza dei professionisti sono diversi: Reggio per lo più, Montecchio, Scandiano, Guastalla e la Bassa reggiana più raramente, tardi la Montagna e in piccolissima misura Novellara.

Si potrebbe quasi dire che il sigillo sia il notaio stesso: in pochi centimetri di metallo si racchiudono Sigillo Caprarisecoli di storia, di elaborazione giuridica, di mutamenti sociali, un complicato cammino che porta fino al punto in cui a una carta, solo perché redatta secondo determinate forme e reca l'impronta di una matrice che è propria solo di quel notaio, sia immediatamente riconosciuta la publica fides, ma se la medesima carta originale fosse priva del signum perderebbe tutto il suo valore.

E a significare l’importanza del sigillo notarile, si ricorda che esso veniva annullato con uno o più segni di lima (tecnicamente biffato) quando il suo proprietario cessava a qualsiasi titolo dal servizio.

Senza peccare di eccesso di fantasia, si può affermare che il sigillo notarile non caratterizza il suo Sigillo Malavasiproprietario solo dal punto di vista professionale, ma spesso lo connota anche dal lato personale. Il soggetto inciso sulla matrice deriva da una scelta propria del notaio e in qualche modo ne adombra la personalità poiché egli da allora in avanti professionalmente e quindi socialmente sarà identificato e qualificato proprio da quel disegno.

C’è chi sceglie l’arma di famiglia, o perché illustre di suo o perché indica una notevole continuità in quella professione, altri mettono in risalto complesse strutture floreali intrecciate alle proprie cifre; altri giocano sulle assonanze suggerite dai loro cognomi; altri ancora preferiscono austere raffigurazioni delle sole iniziali; in linea di massima si può osservare che le matrici si arricchisconoSigillo napoleonico di elementi con il passare del tempo, fino a quando tutta questa varietà e libertà di forme, figure e dimensioni subisce bruscamente un arresto definitivo imposto dallo Stato moderno. La fine del sigillo come libera rappresentazione di se stessi arrivò con il decreto napoleonico del 17 giugno 1806, n. 109 «Regolamento sul notariato».

I sigilli notarili, dunque, parlano come qualsiasi altro documento, ma con un linguaggio diverso e a volte un po’ criptico per cui richiedono più attenzione e competenza del solito.

Sigillo Donelli

Se quindi per le matrici notarili si è già provveduto, restano ancora da fare i lavori sulle monete e sulle matrici sigillari di varia provenienza. Trattandosi però di operazioni di lunga lena, si è scelto di riaprire al pubblico lo spazio museale con i preziosi e non pochi materiali già allestiti.

                Il resto verrà ...

              

             

              

                 

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